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         MONZA SOTTO LA NEVE:     VIA ITALIA                   VECCHIO MACELLO COMUNALE

 

 La neve nasconde il prato, la strada gli alberi, il bianco si divide intanti colori, celeste , rosa, giallino.   Sotto un cielo invernale, ma dolce, risplende il manto luminoso della terra. L’immagine ne rivela la bellezza, filtrata dall’’occhio dell’artista. (M.Porrini)

COMMENTO DI MALU' LATTANZI

 

Neve, insegnami tu come cadere

Nelle notti che bruciano

A nascondere ogni mio passo sbagliato

E come sparire senza rumore

Scivolare nel corso degli anni

E non pesare sul cuore degli altri, ma

Ma non è semplice non sentire il silenzio che c'è

Qui non è facile guardare il cielo stanotte

Perché quello che sono l'ho imparato da te

Tu che sei la risposta senza chiedere niente

Per le luci che hai acceso a incendiare l'inverno

Per avermi insegnato a cadere

Come neve        (da "come Neve" testo canzone Mengoni/Giorgia)

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In questi due quadri di Leonardo Puma è la quiete dei colori che ti abbraccia al primo sguardo. La bianca coltre che esalta gli azzurri lievi e colori che si smorzano dei muretti di mattoni di case e chiese o del tronco degli alberi.

Sappiamo che sono angoli di Monza ma potrebbero essere di qualunque paese o città. La neve copre e mimetizza ogni cosa rendendo tutto surreale. Irriconoscibile e fiabesco.

Le rappresentazioni di Via Italia o della zona del vecchio macello sono avvolte dall'aura immateriale della neve e dalla malinconia del paesaggio che l'artista cerca di rendere nel soggetto dipinto. Nei quadri avvertiamo immediatamente la verità sensoriale della scena.

Sentiamo il freddo umido della neve e il calore odoroso della terra o dell'asfalto per poi concentrarci sugli aspetti della percezione visiva, raggiungendo grandi esiti di virtuosismo, soprattutto quando si colgono i giochi mutevoli e gli accordi cromatici che Puma usa per rendere, con vibrante verità, tetti e muri rosati, zone d'ombra, prati e strade innevate, che rappresentano, ad onor del vero, un tranello per ogni pittore che non abbia una preparazione tecnica di livello. Specie la neve, infatti, si intride di valori atmosferici secondo regole che non sono facili da codificare e il suo bianco - inesistente - è composto non soltanto dai primari, ma da un'integrazione e sovrapposizione di centinaia di tinte.

Romantica o tormentosa, solare o cupa, la neve è la rappresentazione dello stato d'animo e del senso del tempo, non solo meteorologico. Tutto è più rallentato . I romantici preferirono le tormente, ma accettarono anche i paesaggi pittoreschi nei quali la natura si acquieta, dimostrando, nel pittoresco, il lato lucente del sublime filtrato dalla memoria che si sofferma su un'immagine perduta e recuperata dentro ognuno di noi.

Tra tutte le trasformazioni del paesaggio, la neve è la più repentina e meravigliosa: essa agisce su un paesaggio modificandone profondamente la consistenza e la luminosità, raccoglie e riflette la luce dal basso verso le superfici ammorbidendo le ombre ed i contrasti.

Pochi i pittori che non rimangono affascinati dalle variazioni cromatiche della luce al tramonto o, al contrario, dal grigiore imposto dalle spesse coltri dì nubi da neve, il fenomeno meteorologico ha rappresentato, in più di una circostanza, l'occasione di realizzare opere molto differenti tra loro, cariche di silenzio, di quiete e spiritualità. Il tempo rallenta, mentre i candidi fiocchi si posano delicati sul suolo, quasi a rendere incorruttibile ogni cosa. Nulla è come appare. Cosa si cela dietro a quella coltre bianca? Dietro a fiocchi che cadono lievi dal cielo?

Nell'immaginario collettivo la neve richiama una sensazione di attesa e di positività, come se profetica potesse letteralmente coprire ogni male, ogni affanno e sofferenza. Ha anche un significato di morte e rinascita.

La neve ricopre la nuda terra, fa marcire il seme, paradossalmente lo scalda per farlo rinascere con il calore a primavera . E' Quindi simbolo di immortalità, ciclo della vita, di purezza, (colore bianco) (diciamo infatti la neve purificherà l'aria inglobando nei propri cristalli soffici lo smog potandolo a terra.

Scivoliamo dunque senza rumore e senza timore e come bimbi lasciamoci contagiare dalla gioia di questo candore e dai fiocchi che aspettiamo cadano sulle nostre lingue fuori dal sorriso mentre altri si impigliano alle ciglia.

Malù Lattanzi

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